Gli antropologi chiamano paradosso alpino il fenomeno secondo il quale il livello di istruzione e di vivacità culturale di una comunità aumenta salendo di quota.

Questo fenomeno può sembrare paradossale perché tradizionalmente le regioni montane sono percepite come remote e isolate, con una minore accessibilità ai servizi e alle risorse. Tuttavia, molte comunità montane hanno sviluppato una forte cultura di resilienza e adattamento alle sfide ambientali e sociali, spesso riflettendo un elevato senso di identità culturale. Inoltre, le regioni montane possono offrire opportunità uniche per l’apprendimento e lo sviluppo culturale legate alla loro storia, tradizioni e ambiente naturale.

L’idea di una comunità alpina chiusa e isolata è smentita sin dal Medioevo da realtà come quella degli Escartons, un antico sistema di autogoverno che esisteva nelle Valli Occitane delle Alpi francesi, nell’area dell’attuale dipartimento delle Alte Alpi.

Gli Escartons erano comunità locali autonome che godevano di una certa indipendenza amministrativa e giuridica. Con la firma da parte del Delfino Umberto II il Vecchio della Grande Charte, la carta delle Libertà, alle comunità di cinque territori alpini, i 5 Escartons di Oulx, Pragelato, Casteldelfino, Briançon e Queyras, furono infatti riconosciute libertà e autonomie politiche, fiscali ed economiche inimmaginabili per l’epoca.

La Casa degli Escartons Alex Berton, a Pragelato (TO) è uno dei luoghi dove si tenevano le assemblee dei rappresentanti degli Escartons, chiamate “assemblées générales. Visitarla è un viaggio spazio-temporale in uno dei territori appartenuti al Delfinato e alla Francia sino al 1713, alla scoperta della raffinata architettura che contraddistingue questo angolo delle Alpi Cozie, dove il sapiente uso di pietra e legno finemente lavorati e accostati fra loro mette in risalto le conoscenze e le abilità tecniche dei capomastri del tempo.

DepliantA4_CasaEscartons.pdf (parchialpicozie.it)

di Francesca Corsini

Foto: dal sito www.parchialpicozie.it