Tesi di laurea di Elena Davoli, selezionata dal Bando di Uncem per le “Migliori tesi di laurea sulla montagna, in memoria di Amministratori defunti negli ultimi anni”.

 

L’utilizzo del cavallo da tiro nel settore forestale: una tecnica di nicchia? Una tecnica obsoleta e priva di interesse?

C’è chi pensa che occorra puntare alla nuova tecnologia, sempre più all’avanguardia, poiché l’utilizzo della trazione animale non permette di avere una produttività elevata, rientra nel primo livello di meccanizzazione, ossia ad alta intensità di manodopera.

Altri la considerano un’attività di nicchia, caratterizzata da un suo mercato di riferimento, che non può competere con l’alta meccanizzazione. In questo caso, infatti, come è accaduto per esempio in Alabama, i cavalli da tiro sono richiesti per tagli selettivi, per raccolti di piccoli tratti, soprattutto in lotti di proprietà privata di piccole dimensioni, tipico anche della situazione italiana, altamente frammentata.

La trazione animale può essere utilizzata per tagli a basso volume rispetto all’unità di superficie, come può essere il recupero di legname schiantato dal vento o abbattuto per la pullulazione di insetti, oppure può anche essere richiesto da proprietari che preferiscono dare più importanza ai benefici estetici e ambientali, piuttosto che guadagnare il massimo del valore.

L’utilizzo di animali nel proprio lavoro rappresenta da uno stile di vita: difficile, rigoroso, continuo. Forse è proprio per questo che nella nostra realtà solo poche persone decidono di lavorare a fianco dei cavalli da tiro. Questo richiede grande conoscenza ed esperienza in campo, oltre a dover prendersi cura dell’animale per tutta la sua vita.

La maggior parte dell’aziende che lavorano con gli animali sono a conduzione familiare, dove la tradizione passa da una generazione all’altra.

Il vantaggio di lavorare con i cavalli da tiro, soprattutto in montagna, permette di raggiungere gli obbiettivi di sviluppo rurale, oltre a quelli di sostenibilità. Proprio per questi motivi, la trazione animale sta riapparendo e a portare molti benefici, con un valore elevato soprattutto nell’aree protette.

L’utilizzo di questa pratica può diventare un fattore chiave, adattandola per collaborare a fianco e a supporto delle più moderne tecniche, aumentando la produttività complessiva e riducendo i costi per unità di legname.

In questa tesi, in particolare, si è analizzato sotto l’aspetto economico e ambientale l’utilizzo della trazione animale confrontandola con la trazione meccanica.

È tipico delle foreste italiane adottare una gestione sostenibile attraverso l’uso di una selvicoltura a copertura continua (CCF), ma spesso le esigenze economiche si scontrano con quelle di conservazione. Per questo si sono eseguiti diversi studi per analizzare i costi confrontando l’alta meccanizzazione rispetto agli animali da tiro. Come risultato non si può dire che una sia meglio dell’altra, la scelta può dipendere principalmente dalla topografia e dalle condizioni meteorologiche. Le condizioni di lavoro, per esempio la presenza di neve o di forti pendenze, infatti, influenzano molto l’uso dei macchinari, al contrario, gli animali sono in grado di lavorare con condizioni metereologiche avverse e/o in zone di forte pendenza.

Anche le condizioni del terreno influenzano le diverse tecniche: il suolo gelato aiuta lo strascico diretto fatto dai cavalli da tiro, mentre ostacola l’uso dei mezzi forestali, nei quali si rende necessario il montaggio delle catene, aumentando così i consumi.

Si è notato come la presenza o meno di una via d’esbosco influenzi drasticamente i costi. Infatti, se la pista per il passaggio dei macchinari non è presente, i costi di costruzione sono molto alti e in questo caso conviene molto di più l’utilizzo della trazione animale.

Analizzando in particolare i costi e le sue variabili si è potuto definire come la produttività dell’uso della trazione animale sia maggiore rispetto al trattore sulle brevi distanze (circa 200m di esbosco) dovuto alla maggiore agilità e alla minore capacità di carico utile, che permette di ridurre i tempi di manovra. Se invece si utilizza una coppia di cavalli, la produttività aumenta ancora, poiché i cavalli riescono ad effettuare tempi di riposo, migliorando la loro capacità di lavoro e resistenza. Questa pratica di esbosco, quindi, può portare benefici finanziari: si è dimostrato che l’uso della trazione animale è più economico rispetto alla trazione meccanica del 30% se la distanza di esbosco non supera i 100m e non è necessario aprire una via temporanea di esbosco.

Oggigiorno l’impegno per uno sviluppo sostenibile ha portato una maggiore consapevolezza sulla necessità di ridurre l’eccessiva industrializzazione, favorendo l’uso di fonti di energia rinnovabili. Questo ha permesso il ritorno della trazione animale come fonte moderna di energia pulita, soprattutto in quelle aree sensibili, di conservazione, in cui si cerca di mantenere e aumentare la biodiversità.

È proprio in queste zone protette che l’uso della trazione animale risulta più intensa, dovuto anche alle restrizioni ambientali che vengono imposte.

L’obbiettivo della conservazione consiste principalmente nel ridurre gli impatti e lo sfruttamento del suolo, incoraggiando tecniche rispettose dell’ambiente, ed è proprio qui che la trazione animale fa la sua parte. I cavalli da tiro sono in grado di ridurre al minimo i danni agli alberi residui grazie alle ridotte dimensioni e alla maggiore agilità. Inoltre, analizzando le proprietà fisiche e chimiche, si è dimostrato che portano ad una minore compattazione e modificazione del suolo, determinando un minor disturbo.

Si è confrontato anche il consumo di energia fossile di un trattore rispetto ad un cavallo. Quest’ultimo ottiene il suo supporto principalmente da energia locale rinnovabile, mentre le esigenze aggiuntive sono relativamente limitate. Permette inoltre di mantenere in modo sostenibile il paesaggio, grazie al pascolamento. Al contrario, il trattore è un dispositivo meccanico che richiede una grande quantità di energia per lo più non rinnovabile. In particolare, per le operazioni di esbosco l’utilizzo della trazione animale richiede da 8 a 20 imput in meno di energia fossile, di cui il 50% richiesto per lo spostamento su veicoli a motore. Questo rappresenta un ottimo indicatore della sostenibilità del sistema, anche se analizza solo un aspetto dell’impatto ambientale delle attività umane, oltre ad essere importante per rispettare gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni di C02.

Il sistema di esbosco che prevede l’uso degli animali da tiro presenta molti vantaggi quando si trova nelle sue condizioni ottimali, così come per l’uso delle macchine. In quest’ultimo settore la tecnologia sta continuando a procedere ed evolversi portando così ad un aumento delle condizioni in cui questo sistema può essere utilizzato.

In uno studio è stato analizzato l’uso combinato di questi due sistemi e i benefici che poteva portare. Si è dimostrato, infatti, come l’integrazione del lavoro di concentramento effettuato dai cavalli e il successivo esbosco per mezzo del trattore sia significativamente più economico rispetto all’utilizzo di un solo sistema. Si ha un risparmio tra il 18 e il 65%, dovuto al fatto che i cavalli da tiro riescono ad accumulare carichi maggiori del trattore che limita l’effetto della distanza di esbosco se questa è maggiore di 200m.

Si può notare come la sinergia dei cavalli con il trattore sia la soluzione migliore a livello economico e produttivo su terreni ripidi e con legname di piccole dimensioni, riducendo

così anche la necessità di aumentare la densità delle vie temporanee di esbosco. Inoltre, questa integrazione porta vantaggi sulla sostenibilità del sistema e migliorare la sicurezza.

Questa unione è molto idonea soprattutto nei territori italiani: i boschi si presentano con proprietà piccole e frammentate, avendo così un basso volume di lavoro, oltre ad essere molto spesso in zone di collina e montagna con una certa pendenza.

In conclusione, l’uso della trazione animale nelle operazioni forestali, quali esbosco e concentramento, non dovrebbero rappresentare un fatto eccezionale, ma dovrebbero diventare una consuetudine, grazie ai numerosi vantaggi che questa pratica comporta, oltre anche ad un beneficio a livello di salute e di benessere all’operatore forestale che ottiene, lavorando fianco a fianco dei cavalli da tiro. Grazie al suo vantaggio principale, ossia la sostenibilità, non deve essere una pratica “messa da parte”, anzi deve essere incentivata per un maggiore utilizzo nei nostri territori italiani.