«Le Alpi non sono corollario per Torino, non sono solo ‘paesaggio’» lo afferma Marco Bussone, presidente di UNCEM ricordando che le Alpi con i Sindaci hanno detto «’Torino lavoriamo insieme’ e Torino timidamente ha montato un assessorato alla metromontanità, che ora deve funzionare».

È questa la via preziosa e decisiva da seguire, che secondo Bussone deve fare leva su un patto con le valli su trasporti, infrastrutture, servizi, uso dei beni naturali, sfide energetiche ed ecologiche, oltre al fatto che, aggiunge, «Torino deve avere uno snodo verso nord ovest vero, ferroviario e viario, oggi impossibile con i veti. Deve avere servizi connessi e scambi sui beni naturali con le valli».

Torino dunque, sempre più Città Alpina, cuore di un sistema locale che possa produrre opportunità di sviluppo, guardando a Cuneo, Biella, Nizza, Lione, alle valli alpine che la circondano, e quindi a Susa, Ivrea, Pinerolo, Saluzzo. Il presidente di UNCEM punta al patto tra Torino e i territori, verso la Francia, Savona e Nizza, Lione e Grenoble, secondo il Trattato del Quirinale, ovvero il Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese finalizzato a una cooperazione bilaterale rafforzata, entrato in vigore lo scorso febbraio.

La riflessione nasce in risposta alla visione della capitale sabauda unita a Milano in un’unica città globale, dipinta dall’architetto Carlo Ratti in un’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera.

Marco Bussone boccia con decisione quest’idea del Mi-TO, sottolineando che per Torino «non è Milano il punto di approdo, anche perché a Milano interessa il nord est, il triangolo con Varese, Bologna, Verona, Treviso. Una megalopoli padana che di fatto esclude Torino. Tagliata fuori anche dal terzo valico ferroviario e dalla porta logistica del sud-est Europa a Genova».

di Francesca Corsini