Tesi di laurea di Daniele Bottero selezionata dal Bando di Uncem per le “Migliori tesi di laurea sulla montagna, in memoria di Amministratori defunti negli ultimi anni”.

La montagna in Italia costituisce un elemento molto rilevante, occupa il 35% del territorio nazionale con oltre il 51% degli 8100 comuni italiani e circa ¼ della popolazione nazionale. Nonostante abbia vissuto anni di grandi migrazioni verso i centri urbani, incessante spopolamento e desertificazione commerciale, negli ultimi anni la tendenza sta avendo una (seppur piccola) inversione di rotta.

Coi sono elementi che, negli anni a venire, potranno portare ad una nuova centralità della montagna: la figura dei nuovi montanari, l’urgenza di un cambiamento climatico e il fenomeno dell’invecchiamento demografico.

Sulla base di questa premessa si inserisce lo studio del dott. Bottero sulle SMART VILLAGE: UNA PROSPETTIVA DI SVILUPPO PER LE TERRE ALTE. Il termine si riferisce a comunità rurali che utilizzano tecnologie avanzate per migliorare la qualità della vita dei residenti, promuovere lo sviluppo economico e preservare l’ambiente, con un coinvolgimento costante della popolazione locale nella progettazione e realizzazione degli interventi.

Il concetto di “smart” si rapporta all’utilizzo della tecnologia per rendere un prodotto o un servizio più efficiente intuitivo e conveniente. Sta diventando sempre più importante nella nostra società poiché le tecnologie stanno progredendo rapidamente e ci sono sempre più opportunità per integrarle nella vita di tutti i giorni.

Le SMART cities (città intelligenti) sono città che utilizzano sensori e tecnologia di comunicazioni per monitorare e gestire il traffico, l’energia, l’illuminazione e si basano sull’impegno civico, dove però la componente sociale è imprescindibile per perseguire benefici in termini di qualità della vita benessere urbano e sostenibilità.

Dal livello europeo a quello regionale sono diversi gli interventi e le azioni territoriali messe in campo per valorizzare le aree di montagna: dalla strategia europea macroregionale alpina (EUSALP), alla strategia nazionale sulle green communities, passando per la strategia aree interne (SNAI).

Si arriva poi ad alcune leggi della Regione Piemonte come il bando residenzialità “Vado a vivere in montagna” e quello economico “Botteghe dei servizi” arrivando ad una strategia unificata per le montagne del Piemonte.

Il bisogno di montagna rispecchia una necessità amplificata dalla pandemia Covid 19 che ha portato molte persone a ricercare una vita a contatto con la natura e lontana dalla frenesia dei grandi agglomerati. Collegato al discorso della pandemia, l’emergere di nuovi rapporti lavorativi come il remote-working o lo smart-working che danno la concreta possibilità di lavorare per una multinazionale di Londra da un piccolo borgo del Piemonte montano.

Per realizzare i comuni intelligenti è necessario superare alcune sfide sia dal punto di vista infrastrutturale che sociale: coinvolgere in maniera attiva i residenti nella progettazione e nella gestione delle infrastrutture e dei servizi, integrare le tecnologie all’interno del tessuto sociale e culturale esistente della comunità, assicurare l’equilibrio tra l’utilizzo delle nuove tecnologie e la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali promuovendo tecnologia a basso impatto ambientale, garantire che le stesse siano economicamente sostenibili e sviluppare un’indipendenza in tema di ICT (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) in modo da non riscontrare gravi problematiche in caso di interruzione del servizio o di emergenza.

Gli smart Village sono un’idea sempre più popolare per lo sviluppo delle comunità rurali poiché offrono una soluzione a molte delle sfide che questi territori stanno attualmente affrontando come la carenza di opportunità economiche, il calo demografiche e i problemi di natura digitale.

L’utilizzo di nuove tecnologie può aiutare a migliorare l’accesso alle cure mediche e all’educazione, contribuire a ridurre l’isolamento sociale, ottimizzare la produzione di energia e l’utilizzo delle risorse naturali, digitalizzare i processi produttivi e promuovere la cooperazione e la solidarietà tra le comunità locali.

Dopo una prima analisi del concetto smart e della situazione “montagna” in Italia, verranno approfondite alcune strategie territoriali per arrivare a definire il fenomeno dei piccoli comuni. Utilizzando come riferimento bibliografico sia testi scientifici che racconti di vita quotidiana dalle aree rurali del Paese, si arriveranno a determinare buone pratiche affinché il fenomeno delle smart villages possa essere una prospettiva di sviluppo per le Terre alte.

L’analisi di alcuni casi a livello europeo mostrerà la concreta realizzazione di piccoli comuni intelligenti e in conclusione sarà un questionario a dare voce a chi in questi territori ci vive, o semplicemente li frequenta e ne conosce problematiche e potenzialità.I dati raccolti dei questionari danno un’idea di come potrà essere la montagna del futuro.

Permangono differenze di vedute in merito al rapporto tra le aree montane e quelle urbane, tra chi vorrebbe le prime come isolate e custodi di tradizioni caratteristiche del territorio e chi, invece, immagina una interazione e una mescolanza sempre più stretta tra le realtà territoriali. Una linea concorde è quella che riguarda la necessità di effettuare interventi strutturali ed investimenti economici in queste aree così da poter colmare quel gap digitale che molto spesso rappresenta il primo ostacolo all’andare vivere in montagna.

Sarà importante per il territorio guardare ai giovani, nell’auspicio che siano proprio loro a scegliere questi luoghi per costruirsi la propria vita.

L’implementazione e lo sviluppo degli smart villages, quantomeno nel contesto italiano, sono soltanto all’inizio. Sarà interessante vedere come evolveranno gli studi nel futuro e quale nuova prospettiva verrà delineata per le aree rurali del nostro paese.