L’abbandono della pastorizia si combatte tra i banchi di scuola.

È quanto previsto dal progetto “Shep for bio” finanziato nell’ambito del programma europeo Life, grazie al quale prenderà il via a breve la prima scuola di pastorizia in Italia.

L’obiettivo è di migliorare lo stato di conservazione di tre habitat di prateria, riconosciuti di importanza europea dalla Direttiva Habi­tat, attraverso lo sviluppo di attività pastorali in aree montane marginali toscane, così da garantire una gestione sostenibile e duratura di tali ambienti.

Le aree individuate come pilota, infatti, risultano attualmente  minacciate dall’abbandono delle attività zootecniche e, di conseguenza, esposte alle naturali dinamiche di affore­stazione che ne modificano la struttura e gli equilibri ambientali.

La ratio di fondo dell’iniziativa, che segue una dinamica già in atto in altri paesi europei (Francia in primis) è molto semplice: l’allevamento e la pastorizia, soprattutto nelle zone svantaggiate, sono mestieri duri che richiedono forte motivazione e passione, unite ad una buona dose di competenze tecniche e trucchi del mestiere; tutti ingredienti che, per tradizione, venivano veicolati nel passaggio intergenerazionale di padre in figlio. Negli ultimi decenni, l’abbandono della montagna e la cessazione di molte attività ha spezzato questo passaggio intergenerazionale; per questo, ora che il ritorno alla vita in montagna offre opportunità concrete di vita e lavoro per i giovani, occorre supplire alla mancanza di background con una formazione specifica, in grado di fornire tanto gli antichi segreti del mestiere quanto le nozioni tecniche per la gestione anche burocratica di un’azienda all’avanguardia.

Il programma formativo, infatti, prevede circa 100 ore in aula (articolate in ben 12 moduli didattici che spaziano dal dissesto idrogeologico alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro), e 30 giorni di stage residenziale nelle aziende agricole che hanno aderito al progetto. La formazione teorica si terrà nel Casentino, presso il Centro di Formazione Officine di Capodarno a Stia, dove gli studenti troveranno alloggio presso le strutture del parco.

Tutto questo gratis, ma solo per i pochi fortunati che supereranno la selezione per la quale sono pervenute oltre 160 domande dall’Italia e dall’estero.

Storie e percorsi di vita diversi, accomunati dal desiderio di ristabilire un contatto profondo con la natura e riappropriarsi di contesti di vita e ritmi di lavoro a misura d’uomo.

La prima selezione, condotta guardando alle esperienze pregresse, all’attitudine e alle motivazioni, ha ridotto il numero di candidati ad una cinquantina.

Così, tra uomini in carriera mossi dal desiderio di mollare tutto e studenti in cerca della propria strada, è dura battaglia per aggiudicarsi uno degli appena 6 posti disponibili per l’anno 2023.

Per i più determinati, rimarrà almeno la speranza di poterci riprovare, considerato che il progetto finanziato proseguirà per i prossimi tre anni.

 

di Caterina Morello