Tesi di laurea di Jacopo Volpe, selezionata dal Bando di Uncem per le “Migliori tesi di laurea sulla montagna, in memoria di Amministratori defunti negli ultimi anni”.

 

Legno: materiale rinnovabile e sostenibile d’eccellenza, grazie alle sue ottime caratteristiche fisico meccaniche ha portato ampia innovazione tecnologica dall’edilizia. Il legno trova la sua massima espressione quando lavorato in un contesto di filiera corta e impiegato in opere a livello locale.

Diviene quindi prioritario valorizzare il legno locale in quanto esso sconta costi dovuti alla maggiore attenzione ambientale e per incentivare l’innovazione basata su di esso. La regione alpina è l’area dove queste dinamiche sono maggiormente presenti, infatti essa è penalizzata da problematiche intrinseche quali l’elevata parcellizzazione delle proprietà fondiarie, il difficile coinvolgimento dei proprietari forestali, le caratteristiche geomorfologiche complesse e l’impatto cambiamenti climatici. Al contempo essa presenta delle grandi potenzialità come l’elevata biomassa disponibile, l’elevata varietà di specie legnose presenti nei popolamenti e l’innovazione in capo tecnologico spesso guidata dalle aziende che lavorano in questa regione che quindi sono particolarmente specializzate.

L’importanza della regione alpina è riconosciuta anche dall’Unione Europea che ha istituito la Strategia Macroregionale Alpina Europea (EUSALP) per consentire ai Paesi situati in quest’area geografica di collaborare e trovare soluzioni alle sfide d’interesse comune. EUSALP attraverso uno dei suoi nove gruppi, l’AG 2, ha messo in piedi due progetti molto importati: Triple Wood raccogliendo le imprese edili per fare il punto sulla ricerca e incentivare l’innovazione tecnologica basata sul legno di provenienza alpina, coinvolgendo così i marchi di promozione del legno. Da questo progetto è nata la Local timber eco-labelling initiatives con l’obiettivo di individuare criteri standard per la definizione di un ecolabel comunitario per valorizzare i marchi per la promozione del legno nell’area alpina.

Partendo da questi due progetti si è andati a individuare i marchi che promuovessero prodotti in legno proveniente dalle 48 regioni stabilite da EUSALP. Queste sono le regioni alpine francesi, tedesche, italiane e slovene oltre che l’intero territorio svizzero, austriaco e del Principato del Liechtenstein. In totale sono stati individuati 26 marchi: 3 internazionali, 7 francesi, 6 italiani, 5 tedeschi, 3 austriaci e 2 svizzeri, con il marchio Legno Svizzero che certifica anche il legno proveniente dal Liechtenstein. Di ogni marchio si è andati a raccogliere e analizzare i dati relativi alla: tipologia di certificazione, regione di provenienza del legname, sistema di tracciabilità, numero e tipologia di imprese affiliate, quali prodotti realizzano e con quali specie legnose, più eventuali peculiarità/servizi offerti che conferissero valore aggiunto al marchio.

I dati raccolti mostrano che i marchi sono tipicamente certificazioni di seconda parte offrendo un livello di affidabilità intermedia, poiché quanto dichiarato viene verificato da un ente esterno che però non è necessariamente indipendente; solo uno è di prima parte, non offendo quindi alcuna garanzia, in questi casi infatti si parla anche di autodichiarazione; mentre le più affidabili certificazioni di terza parte che prevedono l’intervento di un organismo terzo completamente indipendente, sono i tre internazionali, più tre nazionali. Metà dei marchi non offre metodi di tracciabilità del legname, mentre l’altra metà si affida principalmente a FSC o PECF sia per la certificazione FM che CoC.

All’interno dei marchi confluiscono sia proprietari forestali che le imprese del settore, quest’ultime sono principalmente segherie, artigiani ed imprese edili; seguono ditte forestali, imprese di commercio, studi d’architetti e un gruppo di imprese non strettamente legate al comparto foresta-legno come, ad esempio, imprese per la posa di pannelli fotovoltaici e solari termici. Anche dalla distribuzione delle imprese per nazione si può affermare che segherie, artigiani e imprese edili siano la maggioranza in tutti gli Stati. Per quanto riguarda i prodotti si possono individuare travi, tavole e tranciati/sfogliati come quelli principalmente realizzati mentre paleria, prodotti d’artigianato e legno per energia sono secondari ma comunque non trascurabili. Le specie lavorate per realizzare questi prodotti sono innumerevoli, impiegando molte delle conifere e latifoglie che si trovano nei popolamenti alpini. Andando a vedere per nazione per nazione si può dire che le specie legnose primarie sono: abete bianco, abete rosso, larice e douglasia; secondarie perché meno impiegate in termini di volumi ma comunque di rilievo sono faggio, frassino e rovere.

Il volume di legno tondo annuo prodotto dai vari Paesi è molto diverso. Dai dati EUROSTAT Italia, Svizzera e Liechtenstein nel 2020 hanno prodotto, assieme, circa 13,5 milioni di metri cubi, mentre Austria, Francia e Germania circa 148,5 milioni di metri cubi. Questa notevole differenza di volumi incide sulle specie lavorate e sui prodotti realizzati. Austria, Francia e Germania consumano principalmente specie resinose come abete bianco, abete rosso, larice e douglasia con cui producono travi, tavole e tranciati/sfogliati, secondariamente impiegano le altre specie per tranciati/sfogliati, paleria o prodotti d’artigianato.

Questa analisi ha portato alla definizione del Marchio “Tipo” che racchiude in sé le caratteristiche comuni a tutti i marchi analizzati. Esso si presenta come una certificazione di seconda parte che non va a porre come vincolo all’ingresso il possesso di una certificazione di terza parte per la FM o la CoC, né ai proprietari forestali né alle imprese, ma ne dà risalto qualora questi ne siano in possesso. Le imprese che vi fanno parte sono principalmente segherie, artigiani e imprese edili che lavorano abete bianco, abete rosso, larice e douglasia per la produzione di travi, tavole, tranciati o sfogliati. Secondariamente vengono impiegate specie nobili come faggio, frassino o rovere per la produzione di tranciati/sfogliati e prodotti d’arredo.

La provenienza del legname è regionale e la distanza massima garantita tra bosco e prima trasformazione è di 100km. Il marchio spesso offre come servizio aggiuntivo la realizzazione di strutture o edifici con solo legno da loro certificato, affidandosi alle imprese affiliate al marchio stesso. Da quanto analizzato il settore dei marchi della promozione del legno presenta ottime prospettive per far conoscere il legno di provenienza alpina, aumentare il livello di controllo e aprire la strada allo sviluppo in campo tecnologico.

Ne sono prova alcuni progetti portati avanti dai marchi stessi. Vi sono ad esempio le AOC Bois de Chartreuse e AOC Bois de Jura che con una stretta collaborazione con il governo francese hanno ottenuto l’estensione della denominazione AOC, ovvero la nostra denominazione d’origine controllata, anche al comparto legno. Con la definizione precisa a livello nazionale dell’area di provenienza del legno, dei parametri dimensionali dei prodotti e delle caratteristiche meccaniche che essi devono avere. Ciò ha permesso ai due marchi di accedere più facilmente alla Marcatura CE. Ai controlli regolarmente effettuati dai due marchi si aggiungono quelli dell’INAO che è un ente terzo statale, aumentando così il livello d’affidabilità.

Sempre in Francia si ha il progetto portato avanti da H Terres de Hêtre che nel 2013 ha avviato studi sulle provenienze di faggio da loro certificate per individuare nuovi campi d’applicazione, soprattutto nell’edilizia, coinvolgendo tecnologi, ingeneri e architetti in progetti organizzati annualmente. Sposandoci in Italia ci sono gli studi sulle provenienze nazionali portati avanti da Conlegno che negli anni ha prodotto quattro valutazioni tecniche europee per la Marcatura CE, racchiusi all’interno del marchio Legno strutturale made in Conlegno, così da favorirne l’impiego.

In fine l’avanzamento tecnologico dell’azienda ITLAS che ha sviluppato e brevettato un particolare listone prefinito a tre strati, denominato Assi del Cansiglio, andando a creare un marchio per la valorizzazione delle provenienze locali di faggio delle vicine foreste del Cansiglio.

In conclusione, i marchi per la promozione del legno nell’area alpina sono oggigiorno una realtà affermata che oltre a promuovere la conoscenza delle risorse locali sia per i prodotti retraibili che per la gestione del patrimonio forestale, offrono un livello sempre maggiore di sicurezza e affidabilità, contribuiscono allo sviluppo tecnologico concentrandosi sulle risorse locali, partecipando e organizzando progetti sia a livello locale che internazionale, aprendo così ad ampie prospettive per il futuro.