1963/2023, sessanta anni dopo il disastro del Vajont, Paolo Di Stefano del «Corriere della Sera» e Riccardo Iacona, conduttore di Presadiretta (Rai 3) scrivono un saggio che ci restituisce il modo in cui i media raccontarono la tragedia avvenuta la sera del 9 ottobre 1963, e ci invitano ad una presa di coscienza collettiva degli errori che lo hanno causato.

Al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto una frana colossale precipita in una riserva d’acqua nella valle del Vajont  provocando un violento ‘tsunami’. Si tratta di uno dei  disastri naturali europei più gravi del ‘900, che raderà al suolo una cittadina (Longarone) e provocherà la morte di oltre 2000 persone, stravolgendo completamente l’assetto del territorio.  Distrutti i terrazzamenti per l’agricoltura, ucciso il 30% del patrimonio zootecnico.

In questo libro, per la prima volta sono raccolti gli articoli e i reportage più importanti sul caso. E ancora, la lunga battaglia giudiziaria, le strumentalizzazioni politiche, l’indifferenza fino al disprezzo per la gente comune, le connivenze tra funzionari pubblici e gruppi industriali. Migliaia e migliaia di pagine del processo, in questi sessant’anni che ci separano dalla catastrofe in cui hanno perso la vita quasi duemila persone, ci hanno parlato della disperazione, dei silenzi, della rabbia e delle infinite battaglie per ottenere giustizia, per mettere in luce le responsabilità e le colpe.

La lezione del Vajont si pone come monito al futuro, teso alla necessità della prevenzione, della cura del nostro mondo, mentre nessuno sembra davvero voler invertire la marcia. Si fa urgenza, riportando in vita le testimonianze dei sopravvissuti nelle pagine della cronaca di quei giorni, nella dettagliata ricostruzione dei fatti, la presa di coscienza degli errori che l’uomo non può più permettersi di ripetere. La memoria delle catastrofi, la consapevolezza delle costanti delle tragedie annunciate, dovrebbero spingerci ad andare oltre la risposta, ad imparare dagli errori, ad insegnarci il rispetto del mondo che ci ospita.

Paolo di Stefano

Giornalista e scrittore, è inviato speciale del «Corriere della Sera». Fra i suoi ultimi libri ricordiamo La catastròfa (Sellerio, 2011), Giallo d’Avola (Sellerio, 2013), I pesci devono nuotare (Fabbri, 2013) e Ogni altra vita. Storia di italiani non illustri (Il saggiatore, 2015) con cui vince il Premio Bagutta 2016.

Riccardo Iacona

Romano, laureato in discipline dello spettacolo alla Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Bologna – è aiuto regista dal 1980 al 1987 per il cinema e la televisione fin quando non inizia a lavorare in tv, a Rai tre dove incontra Michele Santoro e con lui partecipa a trasmissioni come Samarcanda, Il Rosso e il nero e Temporeale. Ad oggi conduce Presa Diretta di cui è anche autore  dal 2009.