Libro di una narrazione ed uno stile unico, dalle prime pagine ci si sente coinvolti nelle avventure alpinistiche di Hervé Barmasse percependo la sua grande umanità. Hervé racconta se stesso, la sua storia, la passione, la fatica, l’emozione delle scalate e delle avventure estreme.

A sedici anni abbandona lo sci agonistico dopo un terribile incidente e deve reinventarsi. Il Cervino lo vede crescere e diventare uomo. Dopo ogni viaggio, dopo ogni salita su cime inviolate in terre lontane, ritorna alla sua montagna, scalandola in ogni stagione dell’anno e inventando nuove vie.

L’alpinista viene dopo l’uomo, che pure affronta imprese straordinarie. Queste pagine non sono la scontata esaltazione di un campione dell’estremo, piuttosto il racconto di cosa c’è dietro l’avventura dell’alpinismo, dove il coraggio delle decisioni è sempre intrecciato alla fragilità e alla paura. In parete, come nella vita.

È difficile riassumere in poche parole le sue avventure alpinistiche (cime inviolate, pareti vertiginose, nuove vie, traversate di immensi ghiacciai e soprattutto solitarie estreme).Viaggiando in terre lontane come il Pakistan, la Patagonia, la Cina, il Nepal, o sulle Alpi, le sue scalate riportano fedelmente ai principi dell’alpinismo: avventura, esposizione al rischio e ricerca del nuovo fino a diventare l’alpinista che sul Cervino detiene il primato tra nuove vie, prime ascensioni solitarie e prime invernali.Per questo motivo la sua carriera è paragonabile a quella dei grandi alpinisti del passato.

Alcune delle sue avventure hanno prodotto due film, Linea Continua (2010) e Non così lontano (2012), di cui Hervé è regista.

di Hervé Barmasse