La montagna – le montagne, nelle diverse articolazioni – continua a essere destinazione importante e la seconda edizione del sondaggio Uncem rispetto al turismo estivo.

A fronte di un contesto di successo, resta però del lavoro da fare. Pesano nell’estate fattori “esterni” al territorio, che incidono sui numeri: la diminuzione del potere di acquisto, l’inflazione che rende le vacanze e i periodi di relax e svago più brevi. Le montagne italiane offrono molto e per tutti.

Già prima della pandemia, avevamo registrato flussi in crescita. Poi il covid ha richiamato nuovi fruitori turistici sui territori. La differenza, nei paesi e nelle località alpine e appenniniche, la fanno i paesi stessi. Possiamo dire che la fanno le comunità che accolgono. Il turismo esperienziale, del quale molto da vent’anni si parla, ha nella montagna e nei piccoli Comuni un punto fermo.

Si è accoglienti dove vi è una comunità che accoglie, con le sue storie, la sua gente, le manifestazioni e le tradizioni. Questo piace, genera fiducia nel turista, apre nuove piste di lavoro e a intese tra pubblico e privato. Il turismo è una scienza complessa che può crescere nelle sinergie e nella professionalità.

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