Finisce l’estate e si intensificano le attività di depopolamento del cinghiale all’interno dei Parchi delle Alpi Cozie, con una novità: la creazione di una filiera elaborata dall’Ente per la gestione economicamente sostenibile dei capi abbattuti. Questi, infatti, invece di essere smaltiti con un aggravio di spese, vengono trasformati in risorse alimentari distribuite a scopo benefico ai residenti del territorio.

Il meccanismo è differenziato per le Valli Chisone e Susa.

Nella zona del Parco naturale Orsiera Rocciavrè, lato Val Chisone, il personale delle Aree Protette lavora con i tecnici dell’Azienda faunistico-venatoria “Albergian”, sia per le catture dei cinghiali, sia nelle fasi di macellazione. La carne dichiarata edibile viene poi distribuita gratuitamente a privati, agricoltori e allevatori che abbiano subito danni da cinghiale nelle aree di pertinenza dei Parchi e dell’Azienda Albergian. Dunque una forma parziale di indennizzo che allo stesso tempo argina sprechi di risorse alimentari, di particolare pregio, e ulteriori spese.

In Valle di Susa, il contenimento dei cinghiali è concentrato nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand e nel Parco naturale dell’Orsiera Rocciavrè. Qui i capi vengono cacciati esclusivamente dal personale guardiaparco e conferiti all’Azienda Agricola Rousset di Oulx per lo stoccaggio in attesa delle analisi prima della macellazione e destinazione al consumo umano. Il 70% della carne destinata a uso alimentare viene trattenuta dall’Azienda agricola a copertura delle spese di ritiro, certificazione, lavorazione e conservazione, mentre il restante 30% viene confezionato sottovuoto e donato alla Caritas diocesana di Oulx e alla Croce Rossa di Bussoleno per essere distribuito alle famiglie più bisognose della valle e per supportare la gestione dell’emergenza migranti.

L’Ente è anche disponibile a ricevere e vagliare ulteriori richieste da parte di organizzazioni no profit interessate ad aderire all’iniziativa.

di Francesca Corsini