In Italia i cammini stanno vivendo una crescita senza precedenti, e cresce anche il numero delle persone che li percorrono con una ricaduta economica importante sui territori attraversati. È quanto emerge dalle statistiche del dossier ‘Italia Paese di cammini’, realizzato da Terre di Mezzo, casa editrice specializzata nelle guide ai cammini, per fotografare la situazione del panorama del mondo dei cammini italiano e non solo.

L’indagine registra una novità importante che evidenzia come i cammini siano sempre più strutturati e meglio organizzati: i Testimonium distribuiti, ossia i documenti con cui viene certificato che il camminatore ha concluso il cammino o ne ha compiuta una parte significativa, sono quasi triplicati rispetto all’anno precedente, aumento dovuto anche al fatto che oggi i cammini che lo rilasciano sono 47 (nel 2021 erano19, solo 3 nel 2017). Quanto alle Credenziali, ovvero i documenti che si ritirano all’inizio del cammino sui quali vengono apposti i timbri delle tappe, il 2022 conferma il trend di crescita registrato già dal 2021: il numero totale ha raggiunto e superato i dati degli anni precedenti alla pandemia.

Dal questionario emerge anche che mediamente si cammina per 8 giorni, che le donne sono più numerose (56 per cento), che i camminatori provengo generalmente dalle regioni del nord Italia e, incrociando i dati rilevati, si può stimare che nel 2022 i pernottamenti legati ai cammini siano stati almeno un milione.

Crediamo che avere una fotografia del mondo dei cammini e dei camminatori – spiega Luca Dei Cas di Terre di Mezzo editore – possa essere di supporto a chi sui cammini non si muove solo per passione, ma ci lavora. La crescita costante dei cammini e dei camminatori in Italia porta economia nei territori ed evidenzia come i cammini possono essere identificati a tutti gli effetti come dei veri e propri prodotti turistici. E il dato importante è che anno dopo anno questi cammini sono strutturati sempre meglio sotto vari aspetti: la segnaletica lungo i percorsi è più chiara e continua, le strutture ricettive nei punti tappa di arrivo delle giornate di cammino sono più accoglienti e sono più attente alle esigenze dei camminatori”.

Analizzando i dati del questionario, il cammino italiano più frequentato è la Via degli Dei, ovvero l’itinerario che collega Bologna a Firenze attraverso l’Appennino tosco-emiliano e che può essere percorso in entrambe le direzioni, nato come una via di trekking all’inizio degli anni 90 e che nell’ultimo decennio ha visto una crescita esponenziale dei camminatori, sia per la bellezza dei luoghi e dei paesaggi, ma anche per diversi fattori legati all’aspetto logistico: da un lato la posizione, Bologna e Firenze sono molto comode da raggiungere grazie ai treni ad alta velocità, dall’altro la durata di 5 o 6 giorni è in linea con le ferie che un lavoratore ha a disposizione.

Altri cammini in Italia che funzionano molto bene sono la Via Francigena, soprattutto nel tratto toscano e nel tratto laziale, e i percorsi francescani legati alla Via di Francesco, quindi tutta quella rete di cammini che si sviluppa in particolare tra Toscana e Umbria. A questi si aggiungono alcuni cammini nati da poco, che hanno come punti di forza il fatto di essere lontani dalle mete turistiche più gettonate e una lunghezza compresa tra una settimana e i dieci giorni: ci sono, ad esempio, il Cammino di Oropa, verso il santuario della Madonna di Oropa, la Via Francigena di Sicilia, il Cammino di San Nilo, nell’entroterra cilentano, e il Cammino Materano, che da Bari permette di raggiungere Matera in sette giorni.

di Denis Falconeri