1. Personale e Assunzioni

La carenza di personale negli Enti locali viene parzialmente finora risolta da assunzioni a tempo determinato (formula non congeniale e utile a un sistema istituzionale che continua a perdere personale e che, se lo assume, lo deve poter mantenere a tempo indeterminato), ma solo dopo un lungo iter del relativo decreto. Che di fatto però non contempla le Unioni di Comuni e le Comunità montane, beneficiarie ad esempio del bando sulle Green Communities (M2). Occorre consentire a tutti gli Enti delle assunzioni, di tecnici e non, in particolare favorendo la collaborazione tra Comuni, nelle Unioni e nelle Comunità montane.

  1. Anticipi di risorse

I Comuni beneficiari di risorse PNRR si trovano oggi impossibilitati ad anticipare ingenti somme, risorse economiche delle quali non dispongono e che arriveranno solo dopo mesi dall’avvio dei lavori, creando particolare sofferenza finanziaria nei Comuni. Uncem richiede la massima attenzione su questo aspetto, risolvibile tramite un fondo rotativo per le anticipazioni e per la cassa, predisposto ad esempio dal MEF con Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre, i Comuni hanno dovuto in molteplici occasioni far ricorso, per rispondere ai bandi e poi per attuare gli stessi progetti, ad assistenze tecniche (da grandi multinazionali della consulenza, a piccoli studi locali di professionisti), trovandosi poi in molteplici situazioni a non poter rendicontare le risorse spese per questa necessità)

  1. Troppi cambi di regole

Lo switch di risorse da legge di bilancio a PNRR, al fine di aumentare le somme appostate sul Piano stesso (si fa riferimento in particolare a opere per la difesa dell’assetto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio) ha creato non poche difficoltà agli Enti, tra cambi di piattaforma per il caricamento dei progetti, grandi difficoltà ad accedere a Regis e la modifica dei sistemi di gestione, rendicontazione/asseverazione delle risorse economiche utilizzate. Problematiche alle quali porre soluzione con ulteriori semplificazioni. Inoltre, il DNSH risulta ancora essere di difficile applicazione per molti Enti beneficiari di risorse economiche, e necessiterebbe di una decisiva semplificazione nella gestione amministrativa.

  1. Collegare i fondi UE

È in grande misura oggi assente un collegamento visibile tra componenti del PNRR e scelte di destinazione dei fondi regionali e nazionali della coesione e dello sviluppo rurale, quando invece questa continuità sarebbe necessaria per l’utilizzo efficace di risorse pubbliche, ingenti, per investimenti. Inoltre, l’aumento di prezzi dei materiali e dei prodotti energetici non ha consentito a molteplici Enti beneficiari di risorse PNRR e PNC di avviare nei tempi previsti le opere finanziate. Occorre un sistema più semplice di accesso alle risorse stanziate per questa necessità.

  1. Superare i divari

È ancora assente dagli strumenti di valutazione dei benefici degli investimenti e delle riforme del PNRR la componente territoriale, ovvero le sperequazioni tra aree urbane e aree interne e montane del Paese. Che il PNRR deve accorciare, riducendo disuguaglianze. La logica del “bando”, per molteplici componenti (come quella degli asili nido), non risponde alle esigenze dei territori, che avrebbero invece necessità – in una logica intercomunale e non municipale – di intervenire tramite strumenti di programmazione. La fragilità del sistema istituzionale – non solo dei piccoli Comuni –, in mancanza di una efficace riforma nazionale degli Enti locali, emerge con particolare rilevanza, impedendo di fatto a molti Comuni di rispondere a bandi ovvero ad avviare opere e interventi dei quali gli stessi Comuni sono beneficiari.

 

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