La crisi economica e sociale non ferma l’impegno verso le foreste in Italia. Lo confermano di dati 2022 di FSC

I boschi, infrastruttura verde di contrasto la crisi climatica, devono fronteggiare infinite aggressioni, come la siccità, gli incendi, la deforestazione, il taglio illegale, oltre a eventi estremi, come ha la tempesta Vaia nel 2018.

Il 2022 però, ha visto alcuni importanti passi avanti nella tutela del patrimonio verde italiano. Lo confermano i numeri raccolti da FSC – Forest Stewardship Council®, la ONG internazionale da trent’anni sinonimo di gestione forestale responsabile.

Nel 2022 infatti, sono aumentate le aree certificate FSC, arrivate a quota 81.590,21 ettari, segnando un +8% rispetto al 2021. Numeri piccoli rispetto agli 11 milioni di ettari di boschi presenti in Italia (dati Inventario Nazionale delle Foreste), ma promettenti, se si pensa che l’aumento negli ultimi tre anni è del 23%. Oggi nel nostro Paese sono 26 realtà certificate, diverse per tipologia e localizzazione. Tra queste le sugherete in Sardegna, con la seconda certificazione per una superficie di 75 ettari gestita da Agris Sardegna e le ultime certificazioni in ordine di tempo: il parco naturale Oasi Zegna (1.700 ettari nel Biellese); il Comune di Torino (429 ettari) e l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che con i suoi 10.315 ettari è il primo parco nazionale a ottenere la certificazione FSC.

Complessivamente, in Italia e nel mondo, è cresciuta l’attenzione per i servizi naturali offerti da boschi e foreste che possono essere valutati e quantificati secondo una procedura messa a punto da FSC: conservazione della biodiversità, stock del carbonio, regolazione del ciclo dell’acqua, preservazione del suolo e servizi turistico-ricreativi.

Oggi in Italia, che nel 2018 è stato il primo paese al mondo ad avviare questa verifica, sono già 13 le realtà coinvolte. Nell’ultimo anno si sono aggiunte Agris Sardegna, Oasi Zegna, Comune di Torino e Ente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Nel mondo sono complessivamente 49 i gestori forestali certificati FSC che hanno ottenuto questo tipo di verifica.

Il 2022 ha visto anche l’aumento di prodotti da materie prime forestali col “bollino” FSC. Il numero di certificati di filiera in Italia è cresciuto del 3,7%: attualmente sono 3.298 e comprendono oltre 4.200 siti produttivi.

«La certificazione si conferma strumento concreto per dare un futuro alle foreste e ai mercati – afferma Diego Florian, Direttore di FSC Italia -. Abbiamo infatti assistito a una incredibile crescita di interesse attorno alla certificazione FSC anche durante questi anni di crisi ambientale e sociale, segnati dalla pandemia e dalla scarsità di materia prima».

I settori con incrementi più rilevanti nel 2022 si riconfermano l’arredamento per interni ed esterni (637 certificazioni, +11,7% sul 2021), il tessile (143 certificazioni, +10%) e il packaging (1.270 certificazioni, +5%). L’arredamento nel 2022 ha visto l’emissione di 67 nuovi certificati e 13 il tessile, che vanno ad integrare le filiere italiane del fashion, dell’automotive e degli accessori, attraverso l’uso fibre tessili di origine naturale come rayon, viscosa e tencell certificate FSC.

Sono aumentate anche le aziende che chiedono di usare il marchio FSC a fini promozionali: si tratta di aziende che utilizzano materiali di filiera certificata per il packaging o che scelgono di investire in progetti di valorizzazione del patrimonio forestale certificato. A fine 2022 risultano 111 le aziende che hanno usufruito di questa licenza tramite la sottoscrizione di un cosiddetto Promotional License Agreement (PLA). Tra i settori maggiormente attivi si confermano l’agroalimentare, la cosmesi e il settore parafarmaceutico. L’interesse si è esteso anche al comparto fashion e a quello delle aziende interessate a sostenere aree forestali certificate FSC attraverso investimenti sui servizi ecosistemici.