Parchi protagonisti per la tutela della biodiversità e lo sviluppo sostenibile.

Il ruolo dei parchi e delle aree naturali protette rispetto agli obiettivi di sostenibilità e tutela della biodiversità dell’Agenda 2030: è il tema al centro del X Congresso organizzato da Federparchi, sezione italiana di Europarc, che si è tenuto a Roma il 25 e 26 gennaio.

Cinque le parole chiave dell’incontro: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership, quali indicatori della stretta relazione tra la tutela della biodiversità e lo sviluppo delle comunità territoriali e, soprattutto, la capacità delle aree protette di essere modelli di riferimento per uno sviluppo sostenibile che salvaguardi gli habitat e contribuisca alla mitigazione e all’adattamento dei cambiamenti climatici.

Ampio e articolato il confronto sulle analisi di questi temi e sulla strategia per i prossimi quattro anni per la Federazione delle aree naturali protette.

Il presidente uscente di Federparchi, Giampiero Sammuri, ha aperto i lavori sottolineando l’importanza della tutela delle biodiversità animale e vegetale per la sopravvivenza della razza umana e la funzione che svolgono le aree naturali protette, che in Italia ricoprono complessivamente il 22% del territorio e il 16% della superficie marina.

Sammuri ha ricordato le recenti decisioni assunte alla Cop15 di Montreal con le indicazioni al 2030 e al 2050 in tema di tutela della natura e degli ecosistemi. Di particolare rilievo è infatti l’obiettivo di portare al 30% le aree naturali protette in tutto il mondo, sia a terra che a mare. Allo stesso modo è di rilevante importanza l’impegno internazionale sancito in Canada affinché venga interrotto e portato al 10% il tasso di specie minacciate.

Gli obiettivi mondiali sono già parte integrante della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, che contempla impegni precisi per aumentare le superficie protette nei paesi della UE. In Italia, almeno per le aree protette a terra, tali obiettivi sono a portata di mano, «basterebbe iniziare dai parchi già pronti che aspettano solo in via libera definitivo, come quelli di Portofino e del Matese, oppure quello della Val Grande, dove tutti i comuni chiedono l’allargamento» ha dichiarato Sammuri che si è inoltre soffermato sul ruolo dei parchi come modelli di sviluppo sostenibile.

Il presidente si è quindi focalizzato su una delle principali criticità degli enti parco: la mancata connessione fra parchi nazionali e quelli regionali: «i due soggetti sino ad oggi si ignorano dal punto di vista istituzionale, ma la natura non conosce i confini e differenze amministrative; è urgente riattivare il piano triennale per le aree protette previsto dalla legge 394 che consente coinvolge anche le regioni».

In tema di PNRR Sammuri ha invitato il Governo a evitare distribuzioni a “pioggia” o a “scatola chiusa” dei fondi, ricordando l’importanza di condividere le scelte, anche per le attrezzature e le tecnologie, con gli enti gestori per evitare sprechi.

La due giorni si è conclusa con l’approvazione all’unanimità del documento politico. È stato anche votato a larga maggioranza il nuovo Consiglio direttivo il cui primo impegno sarà l’elezione del nuovo presidente e degli organismi esecutivi.

 

A cura della redazione