Sono 21 comuni in Italia i vincitori del bando del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, pensato per riqualificare luoghi abbandonati o piccole frazioni. Lo hanno chiamato “bando borghi”, molti sindaci lo hanno definito “la lotteria del PNRR”. Ma i festeggiamenti sono durati poco.

Il bando ha messo a disposizione 420 milioni di euro destinati a piccoli paesi che negli ultimi decenni si sono spopolati. Sono rimaste poche persone e i servizi sono gradualmente scomparsi: non ci sono scuole, medici, negozi di alimentari, sportelli bancari, spesso sono stati chiusi anche luoghi di aggregazione come i bar e persino le parrocchie non hanno più un parroco a tempo pieno.

La scelta dei luoghi da sostenere con 20 milioni di euro è stata affidata alle Regioni: c’è chi ha individuato il comune senza una selezione e chi ha organizzato una gara con una commissione di esperti chiamati a scegliere il progetto considerato più meritevole.

I comuni vincitori però, si sono accorti presto che è molto complicato spendere tutti questi soldi: serve tanto lavoro e non c’è abbastanza personale per fare tutto. Avere 20 milioni di euro è diventato un grosso problema. Da Vizzini, in Sicilia, a Livemmo, in Lombardia, la situazione non cambia.

I 21 sindaci dei comuni vincitori del bando del PNRR hanno creato una chat su WhatsApp chiamata “PNRR borghi linea A”, dal nome della linea di finanziamento del piano. Si scambiano pareri, preoccupazioni e consigli sulle scadenze e soprattutto su come spendere i 20 milioni di euro.

Uno dei grandi temi poco discussi di questo bando è la sua efficacia: non è semplice capire come un investimento così significativo cambierà i paesi e se si riuscirà a invertire la tendenza allo spopolamento. Molti dei progetti vincitori sono molto simili nelle premesse, nelle proposte e nella loro realizzazione.

 

L’articolo completo: I borghi che hanno vinto la “lotteria” del PNRR non sono poi così entusiasti – Il Post