Dopo l’assalto di fine gennaio, quando oltre 200 bus e 100mila turisti avevano preso d’assalto Roccaraso,località di montagna dell’Alto Sangro, la situazione sembra tornata alla normalità. Nell’ultimo fine settimana, grazie anche al tetto dei 100 bus fissato dall’amministrazione, i flussi turistici sono tornati in linea con la stagione: di primo mattino domenica 2 febbraio sono stati 47 i bus partiti verso gli impianti di Roccaraso, circa 3000 le persone arrivate durante la giornata. 

Il dibattito sulla gestione del turismo di montagna, però, resta aperto. Nella vicenda di Roccaraso sembra aver avuto un ruolo cruciale l’intervento dei social e degli influencer. Qualcuno riconduce ai contenuti della tiktoker Rita De Crescenzo, e sebbene non sia possibile calcolare l’impatto avuto dai suoi post che invitavano il pubblico dei suoi quasi due milioni di follower a raggiungere la località abruzzese, è ormai chiaro che la viralità dei contenuti social ha un peso importante nell’indirizzare anche le scelte turistiche degli italiani. Secondo l’osservatorio InSIdE, dedicato all’analisi dei comportamenti degli utenti influenzati dai social media e dai suoi creatori di contenuti, il turismo è uno dei temi più seguiti. Il 40% del pubblico dei social guarda i contenuti di viaggi e il 48% dei creator posta informazioni sui propri viaggi su almeno due piattaforme social. Ben il 67% del pubblico si fida molto dei consigli ricevuti dagli influencer. 

Località di montagna nate per accogliere qualche migliaio di abitanti nei periodi di alta stagione quadruplicano o addirittura decuplicano i loro abitanti. È un fenomeno che riguarda tanti centri montani, dalla valle d’Aosta all’Abruzzo, ed è un fattore che determina spesso la tenuta economica di queste località che hanno fatto del turismo la loro principale fonte di reddito. Il punto è capire come gestire una risorsa essenziale per la montagna senza che questo arrivi a danneggiarla. 

«L’invasione di turisti nella città di Roccaraso rappresenta un allarme ambientale che rischia di mettere a repentaglio l’ecosistema locale e avere ripercussioni sulle risorse naturali». Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che ricorda come il turismo sia la quarta causa di inquinamento ambientale ed è responsabile del 5% delle emissioni globali di CO2. «E’ stato infatti dimostrato come l’overtourism nelle zone di montagna causi una pericolosa erosione del suolo, aumenti in modo esponenziale i consumi di risorse naturali come acqua ed energia e incrementi l’emissione di sostanze inquinanti nell’aria. Basti pensare alle migliaia di vetture private e pullman che si concentrano in una area limitata come quella di Roccaraso, con l’immissione in atmosfera di quantità enormi di PM2.5, PM10, anidride carbonica, ossidi di azoto e altre sostanze tossico-nocive prodotte dai motori termici», spiega il presidente di Sima, Alessandro Miani che auspica misure per tutelare le aree montane. Il problema non è diverso da quello che affligge città d’arte come Venezia che hanno deciso di porre rimedio all’eccessivo afflusso turistico limitando gli accessi alla città. «Roccaraso vuole un turismo fatto di arrivi e presenze che lasciano opportunità e benefici alle comunità. Roccaraso è turismo da decenni, sci e divertimento, ma è soprattutto ambiente, territorio, comunità che ci vivono e lavorano. Con il gettito economico così importante fatto dal turismo è evidente che è attrezzata e sa come rapportarsi con i flussi», commenta Marco Bussone, presidente Uncem, che ha diffuso una nota a sostegno del sindaco Francesco Di Donato, criticato per aver deciso con la prefettura di fissare un limite all’ingresso di bus in paese. Da tempo l’Uncem si interroga sulla corretta gestione del turismo nei territori montani. «Ma Roccaraso non è un luna park, o l’estensione urbanistica di qualche quartiere urbano da conquistare con tik-tok. Lo abbiamo detto chiaro nel 2020 agli Stati generali della Montagna, tutti i sindaci dei comuni montani aspettano a braccia aperte i turisti. Ma lavorando a monte su numeri chiari, puntuale organizzazione, regole e efficace collaborazione istituzionale. Contingentare i pullman è giusto. Mettere una tassa di soggiorno ‘di valle’, qui come altrove, è corretto. Non solo sulle notti dormite. È da studiare come farlo. È chiaro che Roccaraso e gli altri Comuni, tutto l’Altro Sangro come tutte le Alpi e gli Appennini, respingono e respingeranno le invasioni di chi interpreta la montagna parco giochi o ‘montagna-da-bere’ da spremere in un giorno».