La via incantata
Quello stato di sgomento che ci assale quando ci affacciamo sull’ignoto, il senso di impotenza che ci coglie quando ci sentiamo smarriti, o intrappolati in un luogo, in attesa che il maltempo si plachi: sono esperienze che alterano le nostre percezioni e ci fanno paura. Eppure, appena superate, ne sentiamo già la nostalgia.

Perché scegliamo di fuggire dalla civiltà per abbracciare la solitudine, la semplicità di una vita nei boschi o tra le montagne? A questa domanda prova a rispondere Marco Albino Ferrari, seguendo il richiamo profondo dei grandi spazi naturali e di un silenzio lontano anni luce dal nostro tempo. L’avventura che racconta in queste pagine si svolge a pochi passi dalle nostre città, nella Val Grande, tra il Piemonte e il Lago Maggiore: un luogo aspro, ostile, abitato dai fantasmi di un mondo pastorale ormai scomparso tra rocce e alberi.
È sul Sentiero Bove – la prima alta via storica d’Italia, dedicata all’esploratore Giacomo Bove – che l’autore muove i suoi passi e costruisce il suo racconto. Un’escursione impegnativa, oggi quasi dimenticata, che attraversa un teatro naturale dove “la potenza della natura si riprende ogni cosa”. Nel ripercorrere la vicenda tragica di Giacomo Bove – morto suicida a 35 anni – l’autore incrocia figure sorprendenti: Emilio Salgari, il comandante Nordenskiöld, Edmondo De Amicis, il naturalista Mario Pavan. Storie di isolamento, di una prigionia imposta dagli elementi, che rivelano una libertà più autentica. Perché, come scrive Ferrari, “sulla via incantata si basta a sé stessi”.
Marco Albino Ferrati: scrittore e giornalista, è direttore di “Meridiani Montagna”, punto di riferimento per la divulgazione della cultura alpina. Tra i suoi numerosi libri: Alpi segrete. Storie di uomini e di montagne (Laterza, 2011), Le prime albe del mondo. Viaggi, esplorazioni, scalate (Laterza, 2014), La via incantata. Nella natura, dove si basta a sé stessi (Ponte alle Grazie, 2017) e Frêney 1961. La tempesta sul Monte Bianco (Ponte alle Grazie, 2018).